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  • Mobilità elettrica, è ora di capire come e dove va il mondo

    In Italia, ancora, non ne circolano molte, ma in altri Stati Europei (e non) cresce l’impegno per garantirne una sempre maggiore diffusione. Parliamo dell’auto elettrica.

     

    Secondo i numeri del World Energy Outlook 2016, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, al 2040 ci saranno 150 milioni di vetture a batteria su strada.

     

    Difficile dire ora se le previsioni siano giuste, quel che è certo è che il mondo sembra andare verso l’elettrificazione dei trasporti: le case automobilistiche, infatti, sono a lavoro per cambiare rotta: meno auto a benzina (e diesel, soprattutto) e più auto elettriche. Ma andiamo per gradi.

     

    Sempre più auto elettriche

     

    L’elettrico comincia ad interessare sempre più persone. Ed inizia anche a piacere. Da gennaio a settembre 2016 sono state vendute in tutto il mondo circa 518.000 auto elettriche, il 53% in più rispetto ai primi 3 trimestri del 2015. I numeri arrivano dall’E-Mobility Report, redatto dal Politecnico di Milano.

     

    A far meglio, in Europa, sono Norvegia e Francia. La prima conta il maggior numero di auto elettriche in circolazione per numero di abitanti (17,27 ogni 1.000 abitanti), la seconda vanta un numero di colonnine di ricarica da record (31.160).

     

    Bene anche i Paesi Bassi con 11.679 colonnine di ricarica installate su territorio nazionale e ben 92.928 auto elettriche (5,47 vetture a batteria ogni mille abitanti).

     

    Ma a fare bene sono soprattutto i Paesi asiatici: sono Cina e India ad indicare la rotta della mobilità.

     

    “Per capire quale sia il futuro dell’auto elettrica, dobbiamo guardare fuori dai confini nazionali e andare in Cina e India. Il Governo di Pechino pensa all’introduzione di una quota di produzione di veicoli elettrici che le case automobilistiche che operano e vendono in Cina devono obbligatoriamente raggiungere. In base al alcune indiscrezioni, entro il 2020, il 12% delle automobili che ogni produttore immatricolerà in Cina dovrà essere elettrico. Questo significa che le auto elettriche immatricolate in Cina saranno 5 milioni. Se teniamo presente che tra i maggiori venditori di auto in Cina ci sono Volkswagen, Honda, Hyundai, Toyota e Ford, possiamo concludere che questo obbligo porterà le case automobilistiche ad una produzione massiccia di auto a batteria, che abbasserà i costi finali delle vetture, a tutto vantaggio per i nostri mercati. Secondo le stime, poi, in India, ci saranno 40 milioni di auto elettriche nel 2030. E’ facile comprendere, dunque, che siamo di fronte ad un mondo che va verso l’elettrificazione, mentre l’Italia paga una multa da un miliardo di euro per aver superato i limiti di inquinamento, ma non spende nemmeno un euro a favore di una mobilità sostenibile”, ha detto GB Zorzoli, Presidente del Coordinamento Free.

     

    I numeri dell’Italia

     

    Bassi, ma non bassissimi se confrontati con il resto d’Europa, i numeri dell’Italia. Almeno sul fronte colonnine elettriche, che sono 2.874. Le vetture elettriche in circolazione, invece, sono 6.989 (0,12 vetture a zero emissioni dal tubo di scarico ogni mille abitanti): una quota davvero troppo piccola.

     

    C’è da dire che se i numeri in fatto di colonnine non sono proprio bassissimi lo si deve all’opera dei privati, si pensi ad Enel e ad A2A. Il Pnire, almeno al momento, non ha portato molti frutti.

     

    Sono stati stanziati ben 20 milioni di euro per l’anno 2013 e 15 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015 per lo sviluppo della rete nazionale di punti di ricarica (finanziamenti poi ridotti), ma ad oggi “non risultano pagamenti sul capitolo, ad eccezione della somma impegnata a favore del Poligrafico dello Stato, di 6.286,28 euro per le spese di pubblicazione del bando emanato a favore delle regioni, relativo al finanziamento delle opere infrastrutturali di prima realizzazione”, come denuncia un rapporto della Corte dei Conti.

     

    Fare di più è un obbligo, dal momento che anche l’Italia è chiamata a far la sua parte per traghettare l’Europa verso gli obiettivi di Cop21.

     

    La Roadmap della mobilità sostenibile, il tavolo coordinato da Tiscar

     

    Nel frattempo anche la politica e le istituzioni, in Italia, prendono consapevolezza della necessità di dover dare delle linee guida sulla mobilità sostenibile, dal momento che Comuni e Regioni adottano, molto spesso, misure diverse e poco omogenee.

     

    Durante il Governo Renzi, Raffaele Tiscar, allora vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha coordinato un Tavolo tecnico per discutere, insieme a tutti gli attori della filiera, del tema.

     

    Come già confermato da Tiscar, l’auto elettrica, ha un ruolo “fondamentale” all’interno delle proposte del tavolo tecnico, anche se l’approccio del Governo è legato alla neutralità tecnologica.

     

    “Io spero che il documento finale della commissione riporti l’indicazione di una data e di una quantità di veicoli elettrici circolanti come target da raggiungere. Per arrivare a quella data e a quella penetrazione di circolazione di auto elettriche dobbiamo fare un percorso in cui dovremo ottimizzare tutto quello che nel frattempo ci aiuta a decarbonizzare di più e ad inquinare di meno; per questo il piano che abbiamo promosso e che, inizialmente, si chiamava piano per la mobilità elettrica ora ha preso il nome di piano per la mobilità sostenibile. Questo passaggio intermedio non sarà la soluzione a regime della ‘mobilità a zero emissioni’, che invece in vista del 2030/2050 solo l’elettrico potrà rappresentare”, aveva affermato Raffaele Tiscar.

     

    È arrivato il momento di rendere note, finalmente, le linee guida del Tavolo coordinato da Tiscar, perché anche l’Italia non perda l’appuntamento con la mobilità elettrica. È necessario che il Governo italiano guardi alle migliori esperienze internazionali in materia di mobilità sostenibile, adottando e facendo proprie quelle linee guida che il gruppo di lavoro coordinato dall’attuale capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente ha redatto.

     

    L’industria automobilistica vira verso l’elettrico

     

    Ad essere consapevoli che il futuro della mobilità non possa che essere elettrico sono le case automobilistiche, che impegnano sempre più investimenti per adattare la produzione a quella delle auto a batteria.

     

    Parliamo di BMW, Mercedes, Volkswagen, ma anche Hyunday, Opel. E, soprattutto di chi, nella mobilità elettrica ci ha sempre creduto, come Reanult, Nissan e l’americana Tesla.

     

    In particolare, dopo lo scandalo dieselgate, Volkswagen prova a riabilitarsi grazie a “Together – Strategy 2025”, un piano strategico in cui si promette il lancio entro il 2025 di 30 nuovi modelli di auto elettriche.

     

    Mercedes-Benz, al fine di arrivare preparata alla sfide dell’elettrificazione dei trasporti, nei mesi scorsi, ha raggiunto un accordo quadro per il processo di modernizzazione dello storico stabilimento di Untertürkheim (Stoccarda), centro di riferimento per la rete di produzione powertrain.

     

    Nei giorni scorsi, invece, BMW ha confermato che costruirà la prima MINI completamente elettrica nel 2019 e una BMW X3 completamente elettrica nel 2020 presso lo stabilimento di Lipsia, mentre la BMW iNEXT completamente elettrica sarà prodotto nello stabilimento di Dingolfing nel 2021.

     

    Anche le case automobilistiche cinesi si danno battaglia per accaparrarsi il titolo di primo costruttore nazionale di vetture elettriche. Prima fra tutte, al momento è BYD, che lo scorso anno ha venduto più veicoli con le spine di qualsiasi altro produttore al mondo (Tesla incluso).

     

    “La rivoluzione dell’elettrico nella mobilità è un fenomeno inarrestabile e i vantaggi delle e-car sono innegabili, dal punto di vista economico e ambientale, sia se il confronto avviene con auto a combustione interna, benzina o diesel, sia con quelle alimentate a gas metano. Inoltre, occorre anche ricordare che la tecnologia sta evolvendo velocemente e che le case automobilistiche stanno puntando ormai quasi in blocco sui veicoli elettrici, lanciando auto a prezzi progressivamente più contenuti e con autonomie via via maggiori, arrivate ormai anche a 300 km con un pieno di energia”, ha dichiarato Francesco Venturini, capo della nuova divisione per i servizi innovativi di Enel.

     

    Mobilità elettrica: gli scenari futuri

     

    Positivi gli scenari futuri. Almeno secondo il World Energy Outlook 2016, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Secondo le stime, entro il 2025, la quota di auto elettriche su strada supererà i 30 milioni, per arrivare come detto a 150 milioni entro il 2040, con una riduzione della domanda di petrolio di circa 1,3 mb/g.

     

    Sicuramente a trascinare le vendite saranno le migliori prestazioni delle auto, con autonomie sempre maggiori, e la diminuzione del costo della batteria. Ma, come scrive l’Agenzia Internazionale dell’Energia, “le politiche di incentivazione – che allo stato attuale non sono affatto universalmente diffuse – rimangono fondamentali per incoraggiare i consumatori a scegliere i veicoli elettrici rispetto a quelli convenzionali. Se queste politiche, ivi incluse normative più stringenti in materia di risparmio di carburante e di emissioni, si rafforzassero e si diffondessero maggiormente, così come previsto nello Scenario 450, al 2040 si avrebbero in circolazione 715 milioni di auto elettriche, con contestuale riduzione della domanda petrolifera di oltre 6 mb/g”.

     

    L’International Energy Agency, poi, stima che l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale entro 2° C, con una probabilità del 50%, richiederebbe la diffusione di 150 milioni di auto elettriche al 2030.

     

    Per l’Europa, l’obiettivo dei 95 g/km richiederebbe l’introduzione di almeno un 8% di veicoli con emissioni zero al tubo di scappamento, perché le emissioni medie raggiungibili attraverso i miglioramenti tecnologici delle auto endotermiche non consentirebbero di scendere sotto i 103g/km.

     

    “L’auto elettrica è la tecnologia che più di tutte sembra rispondere alla necessità di combattere il cambiamento, dal momento che non ha emissioni al tubo di scarico. Al momento le uniche emissioni sono quelle riconducibili alla produzione di elettricità, ma in prospettiva l’energia necessaria arriverà da fonti rinnovabili. A questo dobbiamo aggiungere che l’elevata efficienza energetica dell’auto elettrica si trasforma in importanti vantaggi socio-economici”, ha dichiarato Pietro Menga, Presidente Cives.

     

    I vantaggi economici dell’auto elettrica

     

    L’auto elettrica non è solo vantaggi ambientali, ma anche, appunto, vantaggi economici. Stime orientative di CIVES per l’Italia, per l’anno 2014, indicavano che l’auto elettrica ‘costerebbe’ mediamente al Paese circa 1,4 €cent/km contro i 5,6 dell’endotermica; da allora tutti i valori di mercato sono cambiati, ma il confronto parrebbe con tutta evidenza a favore della prima.

     

    E poi ci sono anche i vantaggi per i conducenti. “L’auto elettrica è la soluzione tecnologica che vanta zero emissioni dal tubo di scarico, con importanti vantaggi per l’ambiente. E non solo. Le vetture a batteria, comportando anche importanti risparmi per manutenzione, non pagano il bollo, possono accedere alle Ztl, non pagano il parcheggio all’interno delle strisce blu, hanno un costo di rifornimento nettamente inferiore rispetto a quello delle vetture endotermiche”, ha detto Luisa Di Vita, Direttore Comunicazione Nissan Italia.

     

    “E’ per questo che noi di Nissan abbiamo sempre creduto e continuiamo a credere nell’auto elettrica. I nostri investimenti sono anche rivolti allo sviluppo dell’auto a guida autonoma, convinti che radar e sensori possano fare meglio del solo occhio umano, garantendo maggiore sicurezza su strada. Ecco, vogliamo aria pulita e strade sicure”.

     

    Dello stesso avviso anche Gabriella Favuzza, Elettric Vehicles Brand Manager Renault Italia: “L’auto elettrica è già realtà. La tecnologia è pronta a soddisfare le esigenze quotidiane di molti automobilisti e a delineare un cambiamento profondo del settore mobilità. Modelli come la nostra Renault Zoe, che con la sua batteria da 41 kW può regalare 400 chilometri di autonomia ndc, dimostrano che l’auto elettrica non è una scelta di compromesso, ma può essere una prima scelta consapevole”.

     

    Auto elettriche ed energie rinnovabili

     

    La diffusione delle auto elettriche è anche occasione di sviluppo delle energie rinnovabili. Le due tecnologie si completano e, insieme, possono far la differenza nella lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento.

     

    Secondo le previsioni dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, le auto elettriche, al 2050, rappresenteranno l’80% del parco auto circolante. Se le previsioni degli analisti dovessero realizzarsi, servirebbero ben 150 GW di potenza aggiuntiva per far fronte alle esigenze di questa mobilità sostenibile. Governi e aziende devono prepararsi a questo.

     

    Se si affidasse al carbone l’aumento del fabbisogno di energia, il risultato sarebbe solo uno spostamento dell’inquinamento, dalle auto alle centrali elettriche. Ed è per questo che per i 150 GW addizionali richiesti dallo scenario avanzato per alimentare le auto elettriche, il rapporto suggerisce la seguente suddivisione: 87 GW da eolico, 45 GW da fotovoltaico, 24 GW da idroelettrico e 13 GW da biomasse.

     

    “Lo sviluppo della mobilità elettrica è indispensabile per la lotta all’inquinamento, dovuto principalmente al particolato, che nei centri urbani ha impatto sulla saluta estremamente grave. L’auto elettrica , però, come soluzione tecnologia da adottare nei prossimi anni dovrà essere legata all’utilizzo di energia rinnovabile”, ha affermato Simone Togni, Presidente di Anev.

     

    “Considerando l’attuale mix di generazione elettrica italiano, le autovetture elettriche presentano emissioni di anidride carbonica del 50% inferiori a quelle delle più performanti vetture con motori a combustione interna, mentre garantiscono emissioni pari a zero quanto a ossidi di azoto, particolato, idrocarburi incombusti e composti organici volatili, che rappresentano un intollerabile maggiore rischio per la salute di milioni di persone”, ha sostenuto Simone Mori, Presidente di Elettricità Futura, qualche giorno fa, rilanciando con forza il lavoro e le linee guida del tavolo sulla mobilità sostenibile Presieduto da Raffaele Tiscar.

     

    “Ma molto si deve ancora fare nel settore dei trasporti – ha continuato Mori – che non soltanto ha finora contribuito alla riduzione delle emissioni climalteranti in misura ancora marginale e vede un ricorso alle rinnovabili strutturalmente limitato, ma che è altresì uno dei protagonisti della cattiva qualità dell’aria che si respira nelle nostre città”.

     

    In realtà, quello tra auto elettrica e rinnovabili è un rapporto bidirezionale.

     

    “L’auto elettrica è importante per combattere l’inquinamento, avendo emissioni zero, e anche per diminuire i gas climalteranti presenti nell’aria, ma avrà un ruolo decisivo anche in futuro per stabilizzare il sistema elettrico, quando le rinnovabili raggiungeranno quote importanti di sviluppo”, ha detto Gianni Silvestrini, direttore scientifico Kyoto Club.

     

    In questo contesto si inserisce l’aspetto dell’accumulo di energia. Le batterie delle auto si caricano con la rete, ma possono, in particolari momenti di necessità, anche invertire i flussi e fornire elettricità alla smart grid. Una vasta flotta di automobili elettriche può rappresentare, infatti, una straordinaria opportunità di stabilizzazione, consentendo di ammortizzare le fluttuazioni derivanti dalla produzione irregolare di sole e vento.

     

    Volkswagen sconta le sue auto elettriche

     

    E se non arrivano incentivi statali, c’è chi prova a far da sé. La tedesca Volkswagen, per spingere la e-Up! e la versione elettrica della Golf, ha deciso di lanciare “Progetto valore Volkswagen elettrico”.

     

    La casa automobilistica ha deciso di applicare uno sconto pari all’importo dell’Iva, quindi 22% sul prezzo delle vetture. Non solo: è previsto anche che il valore futuro garantito della vettura resti pari al 50% del prezzo di listino.