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  • Auto elettrica a due velocità. Ecco perchè l'Italia deve accelerare

    Quanto è lontano il giorno in cui la maggior parte di noi viaggerà con un’auto elettrica? Sicuramente più vicino di quello in cui ci metteremo seduti su una macchina a guida completamente autonoma.



    Il problema, semmai, è che in entrambi i casi è difficile stabilire date certe. Per quanto riguarda l’elettrificazione, tema in questo momento di maggiore attualità, siamo di fronte a un quadro piuttosto confuso visto che gli sviluppi futuri restano legati al tipo di incentivi e al calo dei costi delle batterie. Al punto che nell’ultima edizione del Global Electric Vehicles Outlook, realizzato dalla International Energy Agency si prevede per il 2030 un numero di auto che oscilla da 125 ai 220 milioni. Un mondo, quindi, tutto da immaginare.

     

    Per tornare alla realtà, nel 2017, invece, sempre secondo i dati dello studio, elettriche e ibride plug-in sono arrivate a quota 3 milioni, con un incremento del 54% rispetto al 2016. Con la Cina in prima fila dove sono state realizzate metà delle vendite dello scorso anno, per un totale di quasi 580 mila vetture, e un incremento del 72% sui dodici mesi precedenti. Al secondo posto gli Stati Uniti, passati da 160 mila a circa 280 mila auto vendute, mentre i Paesi nordici rimangono i leader per quota di mercato. Le elettriche rappresentano infatti il 39% delle auto nuove vendute in Norvegia, il 12% in Islanda e il 6% in Svezia.



    Un’idea più precisa è possibile ricavare dal rapporto McKinsey che misura l’andamento della mobilità elettrica in 15 paesi nel mondo (fra cui anche l’Italia). Si tratta di un indice che combina i dati di mercato, gli incentivi e l’efficienza delle infrastrutture con i dati relativi all’industria e a come il settore dell’automotive è stato in grado di supportare la mobilità elettrica. La previsione, in questo caso, dice che nel 2020 le auto elettriche (escluse quindi le ibride) dovrebbero passare dal milioni di pezzi del 2017 (+57% rispetto al 2016, l’1,3% sul totale dei veicoli) ai 4,5 milioni del 2020 pari al 5% del mercato globale dei veicoli leggeri. Quindi un bel salto in avanti che però non riguarda l’Italia. Nel nostro Paese, infatti, la performance è diminuita a causa di vendite stagnanti e la mancanza di un focus preciso sulla mobilità elettrica.



    Non solo. Mentre le elettriche diventano sempre più competitive in Europa, l’Italia si conferma al primo posto per i costi medi di possesso (761 euro contro i 616 del vecchio continente). Dato che emerge dal nuovo studio Car Cost Index di LeasePlan dove si dimostra che i veicoli elettrici sono più economici rispetto a quelli con motore tradizionale in Norvegia e nei Paesi Bassi, mentre in Belgio e nel Regno Unito il gap si sta rapidamente riducendo. All’Italia come al solito non resta che aspettare...