Nonostante le pressioni da parte del presidente Donald Trump, Ford produrrà non negli Stati Uniti ma in Messico la sua auto elettrica. Una mossa che consentirà però di convertire l’impianto di Flat Rock (alla periferia di Detroit), inizialmente destinato proprio al segmento elettrico, in un hub ad altissima tecnologia per lo studio e la produzione dei veicoli a guida autonoma, con la creazione di 850 nuovi posti di lavoro.
Una trasformazione che, annunciata già a dicembre da Jim Farley (presidente mercati globali di Ford), costerà 700 milioni di dollari ma, grazie al trasferimento della produzione (con partenza nel 2020) nella fabbrica messicana di Cuautitlán, consentirà alla casa automobilistica americana di contenere il prezzo delle vetture elettriche. Le quali rappresentano ancora un segmento decisamente secondario del mercato dell’auto, con 600mila auto vendute nel 2017 (tra elettriche e ibride) su un totale di 17,2 milioni.
Così come le altre major dell’automotive, anche Ford ha però deciso di investire fortemente sul segmento elettrico, mettendo sul piatto 11 miliardi di dollari entro il 2022, quando inizialmente l’impegno era solo per 4 miliardi e mezzo di dollari entro il 2020.
L’annuncio è stato dato a metà gennaio, all’apertura del Detroid Auto Show, dal vice presidente esecutivo, James Farley, secondo il quale il massiccio investimento consentirà a Ford, al 2022, di avere in listino 16 auto elettriche e 24 ibride plug-in. Si tratterà, ha sottolineato Farley, di “una gamma molto ampia” di veicoli, incluse con molta probabilità anche auto sportive, perché “quello che abbiamo capito da questo primo ciclo di elettrificazione è che la gente vuole davvero dei prodotti belli”.
La svolta di Ford non è tuttavia un’eccezione nel panorama mondiale dell’auto: tutti i costruttori, sotto la spinta di norme antinquinamento sempre più restrittive (in Europa ma anche in Cina, dove il governo ha drasticamente ridotto lo smog con interventi rigidissimi), stanno investendo sulle auto green.
A partire da General Motors, il cui numero uno, Mary Barra, per non essere da meno di Ford ha annunciato che entro il 2023 lancerà 20 modelli di auto elettriche, due dei quali già entro il 2019. Un’accelerazione dovuta anche al successo ottenuto da GM con le batterie, i cui costi solo calati del 30% passando da 145 dollari per kw/h a 100. In Europa, invece, Volvo ha fatto sapere che a partire dal 2020 produrrà solo auto elettriche e ibride, mentre l’ad di Fca, Sergio Marchionne, ha fatto marcia indietro rispetto alle dichiarazioni scettiche di ottobre annunciando che “entro il 2025 metà delle auto saranno elettriche o ibride” e che Fiat-Chrysler è “alla pari degli altri” costruttori in quando a investimenti e prospettive.